Il paradosso del gioco nella sessualità (2015)

il paradosso del gioco nella sessualità

Il paradosso del gioco nella sessualità

In questo lavoro, approfondisco due aspetti paradossali del gioco: il  gioco come espressione del bambino libero e creativo, e il gioco espressione delle decisioni copionali (Berne, 1964).

Nell’orgasmo sessuale, atto creativo emblematico di morte e rinascita, ho rinvenuto la  libertà di pensiero del gioco creativo, una libertà dall’inconsapevolezza che l’automatismo dei giochi, sostenuti dalle decisioni copionali, d’altro canto, determina.

Un interessante aspetto è quello dell’aggressività, da ad-gredere, “andare verso”.

Come sostiene Lowen, (1975) l’aggressività è una componente essenziale dell’atto sessuale. L’orgasmo è tale se presente la componente aggressiva, la forza che fa muovere. Questa necessita di energia, di cui viene privato l’individuo che tiene in ombra parti di sé, che le vive in modo polare, conflittuale. Ogni volta che uno di questi conflitti si risolve, il livello dell’energia aumenta e quanta più energia assume l’individuo, tanta più ne scarica in attività creative, fonte di piacere e di soddisfazione. Così come, quanto meno sarà carico, tanto meno avrà la possibilità di ricominciare a vivere. 

Perls, nel 1942, ipotizza un equilibrio fondamentale tra fame/aggressività e sessualità, individuando nell’aggressività dentale l’attività fondamentale dell’essere umano per procurarsi dall’ambiante ciò di cui ha bisogno e poterlo distruggere per renderlo assimilabile. “Ho affermato che l’aggressività è principalmente  una funzione dell’istinto della fame….Ci sono persone che vivono una vita sessuale senza nessun oggetto nella realtà, accontentandosi di fantasie, masturbazione e polluzioni notturne, ma nessuno può gratificare l’istinto della fame senza un oggetto reale, senza il cibo” (idem p.126-127).  Aggressività e sessualità sono fondamentali per creare qualcosa di nuovo.

Come per l’aggressività dentale per cui, come sostiene Perls, mi nutro, soddisfo il mio bisogno di fame  distruggendo il cibo ingerito, masticandolo (assimilandolo) e diventando un tutt’uno con questo, cosi per l’aggressività sessuale, il cui apice coincide con l’orgasmo, l’esperienza di fusione con l’altro necessita della distruzione dei confini. Nell’assimilazione, la fusione diventa con-fusione: la rinascita presuppone la rinuncia, la rinuncia ai confini individuali,       senza i quali la con-fusione diventa confusione.

E, come scrive Berne “i vantaggi dei giochi si rivelano chiaramente soprattutto nei giochi sessuali” (pag. 174). Cosi’ come, come ci fa notare Lowen (1985), l’orgasmo sessuale rappresenta il contatto più intenso in assoluto, un processo creativo emblematico; uno degli eventi più intimamente e mirabilmente pianificati e sincronizzati di tutta la natura (Berne, 1970), se la mente si libera e i circuiti biologici prendono il sopravvento (Berne, 1974).

I conflitti intrapsichici limitano gli scambi creativi, senza paura, limitano il processo di carica e scarica energetica, necessario per tornare al punto zero dell’indifferenza creativa.

Il bisogno di nutrimento, nelle diverse sfaccettature, accomuna il movimento e l’orientamento. Uscire dall’ottica de-responsabilizzante del gioco del “Non ci riesco, non so cosa farci”, assumendosi la responsabilità di abbandonarsi all’altro, rinunciando ai confini che proteggono, offre la possibilità di morire e rinascere, di giocare liberamente e creativamente.

 

BIBLIOGRAFIA

 

Berne, E. (1964), “A che gioco giochiamo?”. Milano, Bompiani

Berne, E. (1970), “Fare l’amore”. Milano, Bompiani

Mahler, M. S.  (1975), On human symbiosis and the vicisdsitudes of individuation. Journal of the American Psychoanalytic Association

Pizzimenti, M. (2015), Aggressività e sessualità. Il rapporto figura/sfondo tra dolore e piacere. Franco Angeli. Psicoterapia della Gestalt

Reich W. (1963), La rivoluzione sessuale. Feltrinelli Editore

Segal, H. (1974), Delusion and artistic creativity: some reflexions on reading “The Spire” by William Golding. International Journal of Psycho-Analysis, 1: 135-141.